Le tre fasi per trasmettere i valori a tuo figlio/tua figlia
Nel corso dello sviluppo e della maturazione i bambini passano attraverso tre fasi che rivelano la necessità di diversificare l’educazione e la trasmissione dei valori: l’età delle regole, quella dell’imitazione e quella dell’ispirazione.
Vediamole una per una, e il modo più adatto per trasmettere i valori in ognuna di esse
L’età delle regole
Questa fase va dal primo al settimo anno di età
Sono gli anni più importanti perché è qui che si gettano le fondamenta della vita.
Il bambino ha bisogno di sapere quello che deve fare, prima di pensare a mettere in pratica quello che vuole fare
Questo apprendimento inizia con la nascita, e viene trasmesso dalle persone più vicine al bambino.
Non c’è un momento più opportuno di questo per insegnargli l’obbedienza, che rappresenta il primo elemento nello sviluppo della coscienza e della moralità.
Durante questi primi anni, il bambino vive in un mondo di sentimenti e di scoperte, più che di razionalità.
Il contatto fisico, emotivo in generale, l’atmosfera familiare, si percepiscono molto presto, ma il bambino non capisce quando si cerca di farlo ragionare.
Dipende dei genitori per ricevere una direzione e ha bisogno di regole da seguire
Se si pretende di farlo ragionare e che sia lui a scegliere il proprio comportamento, entra in confusione
È un comportamento molto comune nei genitori cedere ai capricci dei figli quando sono molto piccoli: precisamente l’età in cui hanno più bisogno di fermezza.
Se esercitate un controllo corretto nei primi anni di vita dei vostri figli, all’arrivo dell’adolescenza avranno sviluppato un controllo è una disciplina che sapranno applicare da soli.
Se invece, durante i primi anni di vita, vengono a mancare questi limiti, nell’età successiva i vostri figli si sentiranno smarriti, e aumentano le probabilità che si ribellino a qualunque tipo di disciplina.
Le indicazioni dirette vanno date nei primi anni di vita.
È bene che i divieti siano pochi, ma coerenti ed espressi con affetto.
L’età dell’imitazione
La seconda età dell’infanzia, quella dell’imitazione, avviene tra gli 8 e i 14 anni.
In questi anni i modelli sono estremamente importanti.
Le regole continuano essere importanti, ma è l’esempio a costituire lo stimolo fondamentale.
In questa fase, il bambino sviluppa le inclinazioni di base che in seguito lo condurranno alle grandi decisioni riguardo il tipo di persone con cui associarsi, allo stile di vita, al rispetto per gli altri e all’importanza assegnata all’onestà.
Il bambino non impara i valori attraverso le parole o le minacce; li apprende mediante l’esempio, e comincia a vivere in conformità con il modello che gli trasmettono i genitori.
Per trasmettere i valori, i genitori devono essere coerenti e seguire quegli stessi valori che vogliono trasmettere ai figli, perché i bambini assorbono inconsciamente dalle persone che li circondano.
Se il bambino vede che i suoi genitori si amano, si prendono cura l’uno dell’altro e si rispettano reciprocamente, impara a conoscere l’amore, ad acquisirne e viverne il valore.
In questa fase è molto importante fare attenzione al tipo di persone che sono vicine ai figli, cominciando da voi stessi, perché si possono trasmettere anche valori negativi, come l’aggressività o la mancanza di rispetto.
In questa seconda fase il bambino apprende per imitazione, e tutte le persone che lo circondano influiscono in modo decisivo sulla sua formazione il suo sviluppo.
In questo periodo è richiesto un alto livello di coerenza da parte dei genitori. Se vi reprimete continuamente vivete con poca dignità, se non credete in voi stessi e nelle vostre capacità, se non curate il vostro corpo nella salute, sarà difficile che possiate aiutare un bambino ad avere rispetto di se stesso.
Ricordati che la cosa più importante per trasmettere un valore e testimoniarlo nella tua vita
Se volete essere un vero esempio per i vostri figli, è indispensabile che siate coerenti nella vostra vita
L’età dell’ispirazione
Il periodo che va dai 14 ai 21 anni e l’età dell’ispirazione.
L’adolescente si ispira a grandi idee, di diversa natura. Ha bisogno di eroi o di eroine.
Se voi, i suoi genitori, non lo siete, cercherà queste figure altrove, e se i “buoni” non lo ispirano, lo ispireranno i “cattivi”.
In questa fase, l’adolescente introietta i valori sociali, i principi etici, attraverso la famiglia e l’ambiente in cui vive.
Può sviluppare stabilità e carattere, a patto di avere sempre presenti determinati obiettivi.
Naturalmente, le regole e limiti continuano essere importanti, ma in questa fase l’adolescente ha bisogno di un controllo interno, perché i genitori non possono essere sempre presenti né partecipare a tutte le sue attività come quando era piccolo.
L’adolescente comincia quindi a servirsi della propria scala di valori. L’adolescente conosce ormai esattamente le convinzioni che reggono la vita dei suoi genitori, ma non sempre comprende le ragioni su cui tali convinzioni si basano.
Per questo è importante comunicare ai figli i motivi delle proprie idee e convinzioni.
Regole e convinzioni si rafforzano attraverso il dialogo.
I giovani hanno bisogno di discutere con i genitori, esattamente come con i compagni, sulle cose importanti della vita. Soprattutto le discussioni informali possono avere una profonda influenza sul modo di pensare di un adolescente.
Ma sopra ogni cosa, ha bisogno di percepire l’amore, la fiducia, la comprensione e il sostegno dei genitori.
Sentendosi accettato e amato, l’adolescente è aperto a ogni cambiamento positivo.
Condizioni necessarie per trasmettere valori
I genitori devono riflettere insieme sui valori che ritengono indispensabili per lo sviluppo dei figli.
A titolo di orientamento alcuni valori fondamentali sono: amore, gioia, fede, senso della vita, gratitudine, autostima, salute, rispetto, obbedienza, responsabilità, desiderio di superare se stessi, pazienza, sensibilità, tolleranza, perdono, generosità, lealtà, sincerità, umiltà, creatività, giustizia, pulizia e ordine.
Coerenza
Bisogna diventare profondamente consapevoli del fatto che i genitori sono il modello dei figli.
Nessuno è in grado di dare quello che non ha, e alla fine si finisce con il proiettare sui figli le proprie carenze, pretendendo dei figli cose che i genitori non sono capaci di mettere in pratica.
Educa più l’esempio delle parole.
Le tue azioni fanno tanto rumore che non mi permettono di ascoltare le tue parole.
I genitori dovrebbero fare un’autoanalisi per capire qual è il loro grado di competenza rispetto ai valori che desiderano trasmettere i figli; verificare a vicenda in che modo li mettono in pratica nella vita di tutti giorni, aiutandosi reciprocamente a migliorare.
Per i bambini, i valori sono concetti astratti, difficili da capire, ma diventano molto più facilmente assimilabili se vedono i genitori, l’esempio pratico, e la loro attuazione pratica come qualcosa di naturale.
Convinzione
Ciò che in una persona non nasce da una libera scelta, non li apparterrà mai.
Questo è il senso profondo dell’educazione: far sì che i figli si comportino correttamente perché desiderano agire così
Il figlio che si comporta male per paura, non ha ricevuto una buona educazione, e agisce condizionato da un’emozione negativa.
L’autoritarismo può produrre i bambini sottomessi e senza alcun principio morale, che alla prima disattenzione si trasformano in ribelli.
La garanzia che è un bambino si comporti bene sta nel fatto che questa è la sua convinzione; ecco perché è importante parlare con lui dei suoi problemi e delle sue preoccupazioni, per poter di fornire un criterio che serva da modello il suo comportamento e che gli dia un significato ai valori.
Evitate di associare l’osservanza delle regole dei principi morali a premi e castighi.
La soddisfazione di raggiungere obiettivi morali deve andare oltre gli aspetti materiali o l’interesse concreto del momento.
La soddisfazione per aver agito correttamente deve costituire la sua stessa gratificazione.
Da “PNL con i bambini – Guida per genitori – di Eric De La Parra Paz
Immagine di copertina di Freepik
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